ISIDORE ISOU: AVANGUARDIA E METODO

di Sandro Ricaldone

 

A sessant’anni di distanza dagli esordi, uno sguardo retrospettivo sull’avventura di Isidore Isou e del movimento lettrista mostra, insieme, la precoce definizione di un progetto di ampio respiro, non limitato all’ambito artistico, e la costanza degli sviluppi articolati nel tempo.

E’ infatti agli anni dell’adolescenza - vissuta in Romania durante il secondo conflitto mondiale, sotto il regime filonazista del generale Antonescu, in un contesto reso particolarmente incerto dalle origini ebraiche dell’autore e dalla sua frequentazione di gruppi sionistici legati alla Resistenza - che va ricondotta l’individuazione della “lettera” come elemento base del rinnovamento creativo in campo della produzione lirica (cui presto s’aggiungeranno gli ambiti musicale e plastico) ed il primo manifesto di una poesia ancora a venire.  Ciò che distingue, da subito, l’approccio di Isou dagli azzardi delle avanguardie primonovecentesche, futuriste e dadaiste, con cui condivide la radicale contrapposizione alle forme acquisite e ormai prive di un dinamismo interno e la tecnica dello scandalo programmato (2), è la sistematicità dell’analisi su cui si fonda, nella quale s’intravede il primo nucleo della elaborazione di una metodica generale della creazione che troverà il suo compimento ne “La Créatique ou la Novatique” (3), compendio di un processo di riflessione esteso dal 1941 al 1976 ed oltre.

Come testimonia il suo primo volume, pubblicato nel 1947 da Gallimard, “Introduction à une nouvelle poèsie et à une nouvelle musique”, Isou muove infatti da una ricognizione a vasto raggio degli svolgimenti della poesia universale – il prototipo di quella che chiamerà la carte de l’acquis – nella quale distingue una fase “amplique” (d’ampiezza), che dall’epica delle origini si protrae sino al primo ‘800 attraverso “opere immense” di soggetto narrativo o aneddotico, da una fase “ciselante” (di cesello), inaugurata da Baudelaire e variamente sviluppata da Verlaine e Rimbaud nel senso di una progressiva concentrazione sul poema, sul verso e sulla parola (elevata da Mallarmé al più alto livello di tensione espressiva), che prelude all’isolamento della lettera (4), elemento inscindibile con la cui “liberazione” si conclude il lavoro di purificazione e distruzione e si schiude (o si dovrebbe dischiudere) una nuova dimensione d’ampiezza.

In questo senso – secondo quanto osserva Mario Costa nelle pagine de “Il ‘lettrismo’ di Isidore Isou” (5) – il progetto non avrà un seguito puntuale, laddove invece, negli anni immediatamente successivi, si riscontra un’inusitata estensione orizzontale del procedimento “ciselant”, applicato oltre che alla musica - accomunata alla poesia dall’elemento sonoro - alle arti visive, nel cui ambito la lettera assume il valore di segno e, quindi, al teatro, al cinema, all’economia, dove la decostruzione (la super-brisure nel lessico isouiano) dà luogo a numerose realizzazioni innovative.

In parallelo si viene frattanto delineando uno schema di super-aggregazione che porta a riunire in insiemi più complessi o di ordine superiore elementi in origine distinti come la totalità dei supporti, usuali e non, conglobati nella mecaestetica integrale (6) od i diversi alfabeti, i pittogrammi, le parole incrociate, i rebus, i fumetti inclusi nel romanzo metagrafico (7) (che fondendosi con il teatro e la quotidianità assume una proiezione “tridimensionale” prossima alle “situations construites” in seguito proposte da Debord) e quindi nell’iper-grafia, dominio di tutte le scritture esistenti o da inventare, che a sua volta si protende verso la dimensione dell’immaginario (8).

Sicuramente le realizzazioni artistiche fanno di Isou uno dei protagonisti della seconda metà del '900: basti pensare, per ciò che attiene alla poesia, agli esiti di "Lances rompues pour la dame gothique" (1947), uno degli incunaboli della poesia fonetica, od agli approdi azzeranti delle "lettries blanches" (1958) e, quanto alle arti visive, alla provocazione rappresentata da una pagina di ordinarie annotazioni classificata come "Nouvel object plastique" (1944) od alla sequenza dei "Nombres" (1952), sonetti trasposti in elementi figurativi, senza dimenticare i più tardi "Commentaires sur Van Gogh" (1985), grande opera-commento attorno ad immagini riprodotte dal pittore olandese. Il suo primo film, il "Traité de bave et d'eternité" (1951), costituisce una pietra miliare nella sperimentazione cinematografica contemporanea, mentre nel "Débat sur le cinema" (1952), dibattito su un film da fare, inesistente, realizza uno dei meta-film più estremi e nella pièce teatrale "La marche des jongleurs", tocca - inscenando la dissezione di un cane morto - i limiti de "la science nouvelle de l'outrage: l'outragéologie".

Né si può dimenticare la riflessione sulla condizione giovanile, "esterna" al sistema di produzione e socialmente marginalizzata, riflessa a partire dal 1949 nei "Manifestes du soulevement de la jeunesse" (10) o le battaglie che oggi si direbbero di "liberazione della sessualità" e contro la repressione psichiatrica intraprese rispettivamente alle soglie degli anni '50 e '70 (11)

In prospettiva, però, l'obiettivo che Isou sembra essersi posto e che emerge con chiarezza sin dalla giovanile autobiografia, "L'agrégation d'un Nome et d'un Messie" (12), quello di divenire il Nom des Noms, l'artista degli artisti, colui che è chiamato a sostituire la Creazione al primato cartesiano della Ragione, risiede principalmente in quello che possiamo considerare il suo (fluviale) "discorso sul metodo". Un metodo infinitamente complesso, che integra - accanto alle componenti citate - l'iper-variazione, l'iper-delimitazione, l'iper-multi-morte di tutte le branche culturali, l'iper-classificazione, la super-esperienza, l'iper-teologia …, ma che si è dimostrato, nel tempo, un effettivo moltiplicatore di sapere e di esperienze inedite, una disciplina capace di innalzare l'arte ad un nuovo, diverso livello, dal dominio delle forme al campo delle idee che le organizzano.

 

 

Note:

 

1) “E’ stato nel leggere Kaiserling (sic) che ho avuto l’idea di una poesia basata sulle lettere. L’autore diceva che i poeti utilizzano dei vocaboli (vocables, nel testo francese). Vocables in rumeno vuol dire “vocali”, e questo mi ha dato l’idea della “poèsie à lettres”. Ne ho subito preso nota nel mio diario, sotto la data del 19 marzo 1942”.  (V. Frederique Devaux, “Entretiens avec Isidore Isou”, La Bartavelle Editeur, Carlieu 1992, pag. 47).  

 

2) Fra i più noti la manifestazione svoltasi il 21 gennaio 1946 al Théâtre du Vieux Colombier dove ad una rappresentazione de "La Fuite" di Tristan Tzara, mentre Michel Leiris sta pronunciando un breve intervento sul Dadaismo, viene interrotto da un gruppo di lettristi che reclamano la parola. Al termine della rappresentazione Isou improvvisa un discorso sui fondamenti del Lettrismo e legge alcuni poemi composti di consonanti e di vocali pure. "Combat" titola: "I lettristi mettono in fuga Tzara".

 

3)Isidore Isou, “La Créatique ou la Novatique (1941-1976)”, éditions Al Dante – Léo Scheer, Romansville 2003.

 

4) Secondo Isou nè Dada nè il Surrealismo pervengono a questo risultato. Tzara infatti si limita ad attaccare “ciò che ancora rimane di logico e di sensato nella poesia”, facendone una “nozione vuota”, analogamente a ciò che farà poi Breton attraverso l’automatismo psichico.

 

5) Mario Costa, “Il ‘lettrismo’ di Isidore Isou”, Carucci editore, Roma 1980 (v. in particolare le pagg. 24 e seguenti).

 

6) Isidore Isou, “Esthétique du cinema” in “ION” (numero unico), 1952.

 

7) I primi esempi della specie sono “Les journaux des dieux” di Isou (Aux escaliers de Lausanne, 1950); “Saint-Ghetto-des-Prets” (Editions O.L.B., Grimoire, 1950) di Gabriel Pomerand e “Canailles”  di Maurice Lemaître (“Ur” n. 1, 1950).

 

8) Isidore Isou, “Introduction à l’esthétique imaginaire”, in “Front de la Jeunesse” n. 7, 1956.

 

9) Isidore Isou, “Le manifeste de l'excoordisme et du téïsynisme” (1992) consultabile su “etweb, le site de l' excoordisme et du téïsynisme” (http://perso.wanadoo.fr/e.t.web/ index.html).

 

10) Isidore Isou, “Traité d’économia nucléaire. Le soulèvement de la jeunesse” tome I, Aux escaliers de Lausanne 1949 ;  Id., “Les manifestes du Soulèvement de la jeunesse. 1950-1966”, Centre de Créativité, 1967.

 

11) Isidore Isou, “Isou ou la mecanique des femmes”, Aux escaliers de Lausanne, 1949 ;

Isidore Isou,  “Je vous apprendrai l’amour, suivi de Traité d’erotologie mathématique et infinitésimale”, Le terrain vague, 1959.

Isidore Isou, “Manifeste pour une nouvelle psychopathologie et une nouvelle psycothérapie”, in “Lettrisme”, n. 18-22, 1971.

 

12) Isidore Isou, “L’agrégation d’un Nom et d’un Messie ”, Gallimard, 1947. 

 

(in catalogo mostra Galleria Peccolo - Livorno, aprile 2006)

 

 

 

 

 

 

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