CLAUDIO COSTA

“MEDUSE E MEDUSI”

Antico Castello di Rapallo, Maggio 1983.

 

L’insieme dei lavori (ed è da sottolineare come le opere realizzate da Claudio Costa per ogni singola esposizione integrino un “insieme” concepito anche - pur se non esclusivamente - in funzione dell’occasione e del luogo ove essa si svolge) riuniti nelle sale dell’antico Castello di Rapallo costituisce una puntualizzazione non priva di sorprese anche per chi abbia seguito le fasi più recenti della produzione dell’artista caratterizzata come sempre da una ricerca attenta a preservare le proprie caratteristiche di originalità e di apertura.

“Meduse e Medusi”: dopo il prevalere della componente “terrestre” (è palese qui. il riferimento allo schema alchemico dei quat­tro elementi fondamentali) in opere marca­te da tma forte densità corporea, dopo il furore cosmogonico e la spontanea germinazione delle forme di “Miti & Dintorni” (Galleria Rotta, 1982), la levità vitrea ed ae­rea de “le farfalle della Cattedrale” (Unimedia, 1982), un lavoro d’"acqua" - o, me­glio, al margine dell’acqua - cui fa riscontro la distesa salmastra, un po’ stagnante, da cui è attorniato il Castello.

Un lavoro che scena l’emersione (almeno in parto involontaria giacché l’autore ci ha confermato, in un successivo colloquio, di non essere interessato a caratterizzarsi in tal senso) dì un tratto pittorico che “agglutina” - come scrive nella presentazione Germano Beringheli - nel colore la materia rappresa nel quadro. Che introduce, forse, uno spunto allegorico indecifrabile o, più semplicemente, un cenno d'ironia nella  presentazione dei soggetti, meduse e medusi in crisi d'identità, incerti se attenersi al ruolo prosaico di celenterati marini, gelatinosi ed irritanti od a quello - mitico - di Gorgone pietrificatrici.

 

s.r. (maggio 1983)



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